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Lavorare in Gran Bretagna

Il mercato del lavoro nel Regno Unito è cambiato molto negli ultimi anni. Il dato più significativo è legato al considerevole aumento delle donne che si sono inserite nel mondo del lavoro e all’ aumento del numero di persone che lavorano part-time. Il settore nel quale si è avuta una maggiore espansione è stato il terziario, dove attualmente sono impegnati i tre quarti della popolazione occupata.

La popolazione economicamente attiva è pari a 16,63 milioni di uomini e 13,45 milioni di donne.
La produttività dell’industria manifatturiera è cresciuta dello 1,5% negli ultimi tre mesi rispetto agli anni precedenti, 1,3 nei servizi, 1,5 in tutti gli altri settori privati.
L’immigrazione (dati del 2000) è pari a 183.000 unità.
Il tasso di disoccupazione si è abbassato in modo consistente negli ultimi dieci anni (nell’anno 1992 era arrivato all’11%)e a marzo/maggio 2002 risulta pari a 5,2%, corrispondente a 1.572.000 persone di cui 955.000 uomini e 617.000 donne.

Va tuttavia notato che la disoccupazione registra tassi regionali molto più elevati in Scozia, seguita dal Galles e dall’Irlanda del Nord, e che su tutto il territorio nazionale i più colpiti sono i giovani tra i sedici e i diciannove anni anche se il tasso di disoccupazione è diminuito rispetto agli anni precedenti.
La media delle ore lavorative è all’incirca di 32,7/settimana; full time 37,9, part time 15,6.
Le condizioni di lavoro variano considerevolmente nei vari settori commerciali dato che il Governo interviene il meno possibile negli accordi specifici tra datori di lavoro e lavoratori. Per quanto riguarda le ferie, si ha diritto ad un minimo di quattro settimane all’anno.

Il contratto di lavoro può essere orale, scritto e persino tacito. È comunque preferibile ricorrere alla stesura di un documento contrattuale (pratica poco corrente nel Regno Unito). Tuttavia, per i lavoratori che superano le 16 ore settimanali, il datore di lavoro è tenuto a consegnare al lavoratore, entro 13 settimane dalla data di assunzione, un documento recante le condizioni applicabili al rapporto di lavoro (tale documento non è un contratto in senso stretto, ma è equipollente per le informazioni che fornisce sulle condizioni di lavoro).

L’Unione Europea, con la Direttiva 91/533/CEE del 14 ottobre 1991, ha imposto agli Stati membri di adeguare le rispettive legislazioni entro il 1° luglio 1993 affinché, al più tardi a tale scadenza, i datori di lavoro consegnassero ai nuovi assunti, entro e non oltre 2 mesi dall’inizio del loro impiego, un documento recante un certo numero di informazioni sulle condizioni di lavoro.

La Direttiva prevede che su questo documento figurino: l’identità delle parti contraenti, il luogo di lavoro, la qualifica del salariato o la descrizione sommaria del suo lavoro, la data di inizio del contratto, la durata delle ferie retribuite, la durata dei periodi di preavviso che le due parti devono osservare in caso di cessazione del contratto, i vari elementi del salario e la periodicità del loro versamento, la durata del lavoro settimanale o giornaliero ed eventualmente l’indicazione dei contratti collettivi.

Il Governo Laburista, eletto nel Maggio 1997, e che ha avuto il rinnovo del mandato nel giugno del 2001, ha lanciato una serie di programmi, indirizzati sia alle industrie che al pubblico, per favorire l’occupazione.

In particolare, il programma New Deal è indirizzato ai giovani disoccupati che ricevono sovvenzioni dallo Stato; prevede moduli di formazione e inserimento professionale per i 18-24enni, i maggiori di 25 anni, famiglie mono nucleari, persone con handicap e coloro che intendono mettersi in proprio. Informazioni sono disponibili presso i vari Job Centres e le agenzie di formazione professionale.

Vedere anche: Lavorare a Londra  dal sito Londraweb


 


 

 

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